martedì 5 ottobre 2010

Bocciato il Book in progress



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Brindisi boicotta i libri fatti in casa

di VALERIA CORDELLA ARCANGELI del 5/10/10 Gazzetta del Mezzogiorno


BRINDISI - Non ci credono. Non lo vogliono. Il «Book in progress», il libro «fatto in casa» per abbattere i costi, un’idea da alcuni ritenuta rivoluzionaria, proprio non piace ai dirigenti delle scuole del Brindisino. La criticano, alcuni infieriscono. Ritengono che l’iniziativa che ha ricevuto l’encomio del presidente della Repubblica, Napolitano, sia riduttiva sotto il profilo didattico e penalizzi l’apprendimento.

Per il preside del liceo scientifico Monticelli, Salvatore Amorella, il Book in progress potrebbe persino essere illegale: concorrenza sleale nei confronti delle case editrici. Solo un istituto, l’Itc Fermi di Francavilla Fontana, ha deciso di partecipare all’avventura del libro «fatto in casa», che ha costi irrisori e che punta a migliorare l’offerta formativa e la capacità di apprendimento degli studenti. Il libro telematico è nelle loro corde senz’altro più del testo tradizionale.

L’iniziativa, partorita dalla mente di Salvatore Giuliano, dirigente dell’istituto tecnico industriale Majorana di Brindisi, malgrado le feroci critiche, in pochi mesi, diventata un fenomeno, si rafforza e spopola. Soprattutto al Nord. Una valanga di consensi che ha compensato l’amarezza di non essere apprezzati in casa propria. Le scuole che hanno aderito all’iniziativa lo scorso anno erano una decina, ora sfiorano le quaranta. Una marcia incontrastata. Lo stimolo è stato la necessità di venire incontro alle esigenze delle famiglie che, in un periodo di crisi economica non riuscivano più a fare fronte agli esorbitanti costi dei libri di testo.

Ed ecco l’idea: i libri li fanno i docenti e si stampano a scuola. Si è cercato di coinvolgere quante più scuole possibili da Nord a Sud. Era il settembre del 2009 quando è partita la sperimentazione con la consegna dei primi fascicoli agli studenti iscritti alla prima classe del biennio. Un successone. I più soddisfatti, naturalmente, erano i genitori, ai quali non è parso vero di poter contenere in appena 35 euro l’acquisto della dotazione di libri di testo invece della solita stangata di 250 euro. Ma come era naturale, l’obiettivo del giovane preside e del suo affiatato staff era ben più ambizioso: passare dal book in progress al «net in progress»: ossia dal libro cartaceo a quello telematico. E all’inizio dell’anno scolastico ha consegnato ai ragazzi 250 computer (i netbook).

1 commento:

Marco F. ha detto...

comunque Book in Progress ha diversi punti poco chiari