martedì 26 ottobre 2010

Andy McDermott " Il tesoro di Ercole "



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Autore : Andy McDermott
Titolo : Il tesoro di Ercole
Editore : Longanesi
Anno di pubblicazione : 2009
Genere : Avventura


Contenuti



Per l'archeologa Mina Wilde è l'opportunità di una vita. Dai suoi studi su antichi testi ha tratto la convinzione che esista una tomba contenente i resti del mitologico Ercole. Se riuscisse a localizzarla, si tratterebbe del ritrovamento archeologico più importante della storia. Mina e Eddie Chase, l'ex SAS guardia del corpo, ora diventato suo compagno di vita e d'avventura, partono alta ricerca della tomba di Ercole, ma appare subito chiaro che ci sono altri sulle tracce della tomba perduta e delle favolose ricchezze che potrebbe contenere. E, come se non bastasse, Chase deve anche fare i conti con una figura che compare dal suo passato. Nina e il suo compagno si trovano ben presto al centro di un'oscura cospirazione, che ha seminato corruzione lungo un filo rosso che percorre tutta la terra, dalla Svizzera a Shanghai, dal Botswana a Londra: inizia per loro una drammatica corsa contro il tempo per individuare la tomba prima che cada nelle mani sbagliate...


L'opinone di Filotete




Più che un ex SAS, Eddie Chase, sembra superman!!!! Si piega ma non si spezza, si ferisce ma non muore! E' sicuramente un eroe e non un semplice protagonista, Questo libro non è mai scontato e ricco di colpi di scena, gradevole e leggero. Lo consiglio.



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giovedì 21 ottobre 2010

Emergenza rifiuti campania : scontri con feriti e roghi

LA GUERRA DEI RIFIUTI: FERITI E ROGHI. DOMANI VERTICE A ROMA

Fonte: Leggo.it
Giovedì ottobre 2010



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Cinque autocompattatori che avevano sversato rifiuti nella discarica Sari di Terzigno (Napoli) sono stati bruciati nella zona di via Passanti a Boscoreale. I mezzi, scortati dalla forze dell'ordine sono stati colpi da lanci di pietre e altri oggetti. Gli autisti sono scesi e sono scappati via. I mezzi sono stati accerchiati da centinaia di manifestanti che vengono ora caricati dalla Polizia.

BLOCCATI ALCUNI CAMION Venti camion di rifiuti scortati delle forze dell'ordine sono riusciti a passare il blocco da parte di centinaia di manifestanti nei pressi di via Passanti a Bocoreale (Napoli). Cinque, invece, sono stati bruciati. Altri 15 sono tornati indietro per la strada alternativa, sempre scortati dalle forze dell'ordine che hanno subito un altro attacco da parte dei manifestanti. Dalla zona dove si sono verificati gli scontri si alzano lunghe nuvole di fumo nero

AUTISTI IN FUGA Il Comune di Napoli sta cercando di mettersi in contatto con gli autisti dell'Asia, l'azienda speciale che si occupa dei rifiuti, scappati in seguito agli ultimi episodi di violenza che si sono registrati a Terzigno. Lo dice l'assessore alla Igiene Urbana Paolo Giacomelli. «Siamo molto preoccupati per quello che sta succedendo - ha detto - stiamo cercando di contattare gli autisti dei mezzi bruciati, che sono scappati. È chiaro che bisogna assicurare condizioni di sicurezza ai dipendenti dell'azienda, prima che si apra una vertenza sindacale». «Ammontano a 2 milioni di euro i danni agli autocompattatori colpiti da domenica scorsa», ha aggiunto.

ANCORA SCONTRI Nuovi scontri con lancio di pietre e lacrimogeni tra manifestanti e forze dell'ordine alla rotonda di Via Panoramica vicino alla discarica di Terzigno. I blindati delle forze dell'ordine cercano di uscire della zona ma sono sotto attacco dei manifestanti che lanciano ordigni artigianali e pietre. Dai blindati partono lacrimogeni contro i manifestanti.

DOMANI VERTICE CON BERLUSCONI Per risolvere la nuova emergenza rifiuti a Napoli e in Campania il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fissato una riunione d'urgenza con i ministri interessati che si terrà probabilmente domani. Lo rende noto un comunicato della presidenza del Consiglio. Alla riunione prenderanno parte il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e i Ministri dell'Economia, dell'Interno e dell'Ambiente.

RIFIUTI SVERSATI Nonostante le proteste dei cittadini, con a capo il sindaco Romeo Pisani, i camion provenienti dal Napoletano hanno sversato i rifiuti nella discarica di S. Arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento. A nulla sono valse le proteste sulla strada statale 90bis sedate dall'intervento della polizia. «Per questo - annuncia il presidente della Provincia Aniello Cimitile - terremo nel pomeriggio di oggi un consiglio provinciale straordinario dinanzi alla discarica nel quale, auspico, ci saranno posizioni unitarie». Lanci di sassi, invece, contro la polizia che stava scortando i mezzi che hanno appena sversato i rifiuti nella discarica di Terzigno (Napoli). Gli agenti hanno reagito con alcune cariche. Durante il passaggio dei camion è esploso anche un grosso petardo. Le pietre hanno raggiunto i camion. I mezzi sono alla fine riusciti a passare.

AUTO IN FIAMME Una Fiat Punto, senza persone a bordo, appartenente alle forze dell'ordine, è stata data alle fiamme da alcuni manifestanti che si trovano alle strade d'accesso che portano alla discarica di Terzigno. L'auto, che non reca i contrassegni delle forze dell'ordine, era stata in precedenza vandalizzata da un lancio di pietre.

SASSI CONTRO LA POLIZIA  Lanci di sassi contro la polizia che stava scortando i mezzi che hanno appena sversato i rifiuti nella discarica di Terzigno (Napoli). Gli agenti hanno reagito con alcune cariche. Durante il passaggio dei camion è esploso anche un grosso petardo. Le pietre hanno raggiunto i camion. I mezzi sono alla fine riusciti a passare.

DOMANI QUESTIONE IN CDM  Il Consiglio dei ministri di domani si occuperà della vicenda Terzigno. Lo ha affermato il sindaco della cittadina del napoletano, Domenico Auricchio, che è stato ricevuto a Palazzo Grazioli dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. All'incontro era presente anche il sottosegretario Bertolaso.

BRUCIATA BANDIERA Alcuni manifestanti hanno bruciato una bandiera italiana in piazza Pace a Boscoreale contro la decisione di aprire una seconda discarica in Cava Vitiello a Terzigno (Napoli). Al pennone del Comune, invece, il tricolore è stato abbassato a mezz'asta ed è stato esposto un drappo viola tra gli applausi della folla presente.

NEGOZI DISTRUTTI Momenti di forte tensione a Boscoreale (Napoli), dove un gruppo di persone armate di bastoni ha distrutto le vetrine di diversi negozi del centro storico. La notizia del raid, che si inserisce nel clima difficile scaturito dall'annuncio della seconda discarica in località cava Vitiello a Terzigno, ha gettato nel panico molti genitori che sono andati a scuola a prendere i loro figli prima della fine dell'orario scolastico.

LANCIO DI LETAME Secchi di letame contro due palazzi della Regione Campania al Centro direzionale. All'alba un gruppo di sconosciuti a volto coperto hanno imbrattato gli edifici A6, sede degli Assessorati al Lavoro, Agricoltura e Urbanistica, e F13, sede del Consiglio regionale. L'edificio A6 al momento non è ancora agibile, i dipendenti sono stati allontanati dal palazzo in attesa delle operazioni di pulizia. Diversa la situazione nel palazzo del parlamentino regionale dove, dopo le operazioni di pulizia, è stato possibile far entrare i dipendenti e il personale. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato Vasto- Arenaccia, diretti dal vicequestore Pasquale Trocino. Al momento sono in corso le operazioni per identificare i responsabili. A quanto si apprende, i responsabili avrebbero agito a volto coperto, ma in prossimità delle telecamere di sorveglianza. Si sospetta possa essersi trattato di una azione condotta dai precari del progetto Bros, che da tempo attuano forti proteste

SINDACO TERZIGNO: «BERLUSCONI MANTENGA PROMESSA»  «Sono venuto qui, nessuno mi ha chiamato. Voglio incontrare il presidente Berlusconi per capire cosa è successo ieri». Domenico Auricchio, sindaco di Terzigno, si è presentato questa mattina «alle 9,30» per incontrare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Palazzo Grazioli e «trovare una soluzione» per l'emergenza rifiuti in Campania. «Venti giorni fa Berlusconi mi disse che avrebbe trovato la soluzione per la seconda discarica, me lo aveva promesso il giorno del suo compleanno» aggiunge il primo cittadino del piccolo comune campano ricordando di essere stato ricevuto dal premier lo scorso 29 settembre. «Non vogliamo fare polemiche - aggiunge - ma vogliamo sapere cosa è successo ieri con i vertici campani. Bisogna modificare la legge di provincializzazione dei rifiuti». Il sindaco Auricchio è accompagnato da tre consiglieri comunali. «Rimarremo qui a oltranza - spiegano - finchè non saremo ricevuti perchè Terzigno ha già dato». Auricchio sottolinea che «Berlusconi è l'ultima speranza» ma anche che «il presidente aveva promesso che sarebbe venuto a Terzigno ma non lo ha ancora fatto». Ai cronisti che gli chiedono se vi siano infiltrazioni della camorra nelle proteste di questi giorni alle pendici del Vesuvio, il sindaco replica stizzito: «Ma quale camorra? Siamo esasperati. Da domani mattina sono pronto ad andare a protestare con i miei cittadini. Si tratta di una protesta civile di gente esasperata che difende la propria dignità ». Infine il primo cittadino del comune vesuviano ricorda come «fui proprio io per primo a registrare il simbolo del Pdl in Italia e lo donai al presidente Berlusconi. Sono certo che se lo ricorda».

BLOCCATA LA STRADA Un nuovo blocco stradale é stato attuato dai manifestanti in via Panoramica, nei pressi della discarica di Terzigno (Napoli), dove la scorsa notte si sono verificati violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Gli incroci che portano alla rotonda Panoramica sono stati bloccati da un gruppo di persone con rami di alberi, cartelli stradali e sacchi di spazzatura. Poco prima 31 camion avevano sversato i rifiuti nella discarica

SVERSANO 31 CAMION Dopo la notte di violenza, con gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti, sono 31 i camion che hanno sversato al momento i rifiuti nella discarica Sari di Terzigno (Napoli). Alla rotonda Panoramica in questo momento sono presenti pochi manifestanti. Gran parte degli incroci che portano alla discarica, precedentemente bloccati da barricate create dai dimostranti, sono adesso percorribili.

NOTTE DI SCONTRI Una notte di scontri, paura e lacrime a Terzigno (Napoli). Uno spiegamento massiccio di forze dell'ordine, probabilmente con pochi precedenti, con una azione condotta in tempi rapidi ha sgomberato tutta l'area della rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica Sari. La zona era stata presidiata da diverse ore da alcune migliaia di manifestanti, tra cui donne e bambini, portati via al primo accenno di tensioni. Il blitz è stato condotto con una quarantina di mezzi blindati ed oltre 200 uomini tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza che a piedi, in assetto antisommossa, impugnando manganelli e scudi, hanno stretto d'assedio tutte le zone circostanti e inseguito i dimostranti. Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni: alcune persone sono state raggiunte e bloccate all'interno di un deposito di bibite. «Perchè mi picchiate, non sto facendo niente?», ha detto una ragazza piangendo a un gruppo di agenti che l'ha circondata. Gli uomini delle forze dell'ordine sono avanzati alla ricerca degli ultimi manifestanti, mentre i blindati percorrevano la via Panoramica a forte velocità per inseguire chi scappava. Due persone, una donna ed un ragazzo, sono stati fermati e successivamente rilasciati. Altre tre hanno riferito di essere rimaste contuse negli scontri. L'attacco, con veri e propri corpo a corpo in alcuni casi, è arrivato al termine di una serata di altissima tensione. Un gruppo di giovani con il volto coperto da sciarpe ha lanciato grossi petardi, razzi, pietre e, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, due molotov rudimentali nei confronti dei blindati della polizia a presidio della strada di accesso alla discarica. Gli agenti hanno risposto con un ripetuto lancio di lacrimogeni, che sono caduti in mezzo alla folla. Sono stati momenti drammatici, con gente che scappava alla ricerca di un riparo, provocando momenti di panico. Nella fuga qualcuno ha rovesciato e bruciato un'auto, sembra appartenente alla polizia. A scatenare la nuova ondata di proteste era stata la decisione dei parlamentari del Pdl campano, insieme con il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle Province di Napoli, Avellino e Salerno, Cesaro, Sibilia e Cirielli, di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in località Cava Vitelli. Si tratterebbe del più grande sversatoio d'Europa. Un via libera che non è affatto andato giù ad amministratori locali (il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, si è dimesso dal Pdl) e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell'inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili. Alla fine della 'battaglià, a terra restano detriti di ogni genere, nell'aria la puzza insopportabile della discarica.

mercoledì 20 ottobre 2010

GIUSTIZIA- IL GOVERNO COMPATTO Alfano: "Nessuna ritorsione sui pm .Adesso la riforme della Costituzione"





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Fonte: La Stampa.it del 20/10/10


Il Guardasigilli incassa il via libera in Commissione e guarda avanti.
Rutelli: «Decisione unilaterale».
Il Pd a testa bassa, Casini media

CATANIA
«La nostra riforma della giustizia non avrà nessuna istanza di ritorsione nei confronti della magistratura, come la sinistra pregiudizievolmente afferma, e noi ribadiremo, e se possibile rafforzeremo, l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, sia inquirente sia giudicante, in un quadro di maggiore efficienza del sistema, di maggiore effettiva parità tra accuse e difesa e di un contesto in cui un organo più indipendente e meno corporativo non legato ai giochi di corrente della magistratura potrà anche esercitare la giustizia disciplinare».

Il ministro Alfano accelera sulla Giustizia, e incassato il primo sì allo scudo retroattivo per i processi alle alte cariche dello Stato, guarda avanti, verso la riforma della Carta. Prima, però, una mano tesa ai finiani, che hanno votato con il governo su uno dei temi più delicati: «Non è una novità, Futuro e libertà ha tenuto una posizione coerente con ciò che aveva sempre detto: la tutela della serenità dello svolgimento delle funzioni di alcuni alte cariche che è un valore riconosciuto anche dalla Corte costituzionale, ed in questo senso riteniamo di aver seguito la strada che il Parlamento aveva tracciato, cioè la legge che aveva e ha un valore transitorio, il cosiddetto legittimo impedimento, nelle more della quale si potrà approvare una legge costituzionale che affermi un principio che è presenti in tanti altri ordinamento stranieri». Spazio, allora, alle novità. «Stiamo lavorando a una riforma della Costituzione- così il ministro- che va scritta con la dovuta ponderatezza e noi crediamo di poter portare a compimento un buon lavoro che abbia come scopo quello di rendere più giusto il processo italiano, più funzionante la giustizia, più garantiti i cittadini, autonomi e indipendenti i magistrati giudicanti e inquirenti».

Ma intorno al tema Giustizia la tensione, fuori dal governo, è ancora alta. «Perchè viene chiamato lodo Alfano, come se ci fosse un accordo? Non è un lodo, è una decisione unilaterale della maggioranza», attacca Rutelli. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani attacca a testa bassa: è una vergogna, dice, «faremo barricate». Il Pdci parla direttamente di golpe. Mentre il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini riconosce che la retroattività sia «un errore», ma avverte che i centristi non metteranno veti. Il «macigno» dei processi al premier va rimosso, afferma, ma su l ddl sarà astensione.

venerdì 15 ottobre 2010

Ivan Bogdanov, il capo degli hooligan Serbi



La mamma di Ivan, il capo ultrà serbo:
«È il figlio migliore del mondo»


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«Mi sento male quando vedo quello che si scrive su mio figlio. Mi ha chiamato e detto che sta bene»
BELGRADO - La madre di Ivan Bogdanov, il capo degli hooligan serbi protagonisti delle violenze di martedì sera allo stadio di Genova, ha difeso suo figlio, da lei definito «il figlio più tenero e migliore del mondo». «Il mio Ivan è il figlio più tenero e migliore del mondo», ha detto Fanika Bogdanov in un'intervista al quotidiano belgradese Alo!. Ivan, ha aggiunto, è un gentiluomo e un altruista, che ha pagato per il fatto di essere una brava persona.
«UNA BRAVA PERSONA» - «Penso che lui sia una brava persona per tutti gli altri, eccetto che per se stesso». Ivan, 30 anni, abita con la madre in un appartamento a Dedinje - quartiere residenziale ed elegante della collina di Belgrado. Il padre è morto sei mesi fa. La madre ha ammesso che per lei è stato molto difficile vedere suo figlio incitare gli hooligan allo stadio di Genova, e che sta male per gli articoli sui giornali e le accuse contro di lui. «Mi ha chiamato giovedì, abbiamo parlato brevemente e mi ha detto che sta bene», ha affermato la donna. «Mi sento male quando vedo quello che si scrive su mio figlio, vi prego di capire», ha concluso la signora Fanika che ha chiesto di non porle altre domande. Anche alcuni vicini di casa, sentiti dal giornale, hanno parlato molto bene di Ivan Bogdanov, soprannominato in Italia «Ivan il Terribile». Uno di loro ha detto tra l'altro che Ivan sarebbe stato «rovinato» e che «quello che viene scritto su di lui non lo si scrive neanche per Bin Laden».
UDIENZA DI CONVALIDA ARRESTI - Nell'interrogatorio di convalida dell'arresto presso il giudice per le indagini preliminari, Ivan Bogdanov, ha detto di non avere voluto causare l'interruzione della partita ma solo contestare la federazione serba perché non faceva giocare i calciatori della Stella Rossa. Bogdanov, che ha rinnovato le scuse all'Italia, ha detto di essere arrivato nel capoluogo ligure il giorno prima della partita e di aver dormito a Varazze. Il gip ha convalidato il suo arresto e di altri tre tifosi serbi. Sabato finirà gli interrogatori degli altri quattro fermati. Lunedì i difensori degli otto tifosi incontreranno il pm per decidere se patteggiare o andare a giudizio.
BANDIERA - La scena di Bogdanov che bruciava la bandiera albanese ha scatenato varie proteste. A Pristina, capitale del Kosovo, circa 200 universitari sono scesi in piazza per protestare contro l’oltraggio al drappo rosso con l’aquila bicefala nera al centro: pur non essendo la bandiera ufficiale, molti kosovari continuano a considerarla propria. A Tirana mercoledì una decina di manifestanti hanno dato fuoco alla bandiera serba di fronte l’ambasciata di Belgrado in Albania.


La storia di «Ivan il Terribile»
Ultrà e disoccupato



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Si chiama Ivan Bogdanov, 30 anni. È disoccupato e su di lui pendono quattro denunce penali

BELGRADO - Il capo ultrà serbo che è stato arrestato dalla polizia italiana in seguito agli scontri per i quali martedì sera è stata sospesa la partita di calcio Italia-Serbia a Genova si chiama Ivan Bogdanov e sarebbe un noto ultrà del gruppo Ultra Boys della Stella Rossa Belgrado.
DISOCCUPATO - Lo scrive il sito della radio B92. Su Bogdanov, detto anche «Coi», è disoccupato e su di lui pendono quattro denunce penali. Secondo il sito di Politika gli incidenti sarebbero stati scatenati e pianificati da gruppi ultrà della Stella Rossa che non hanno perdonato al portiere serbo Vladimir Stojkovic di essere passato al Partizan Belgrado. Politika dice anche che la polizia serba aveva condiviso con quella italiana la notizia che a Genova sarebbe arrivato un gruppo di tifosi intenzionato a provocare incidenti. Intanto Ivan, arrestato alle tre di notte, nascosto nel portabagagli di un bus di tifosi, dopo esser rimasto tutta la notte in camera di sicurezza della questura, è stato trasferito nel carcere genovese di Marassi.

Fonte : Corriere della sera del 15 ottobre2010

venerdì 8 ottobre 2010

James Grady " Calare Bianco"




Autore : James Grady
Titolo : Calore bianco
Editore : Est
Anno di pubblicazione : 1999
Genere : Thriller


Contenuti


Faron Sears è uno scomodo predicatore nero che divulga su internet le sue idee politiche e una rivoluzionaria dottrina spirituale. Ha una folla di seguaci, una ristretta cerchia di collaboratori e un'unica missione " salvare l'America dai flagelli che la devastano : razzismo, violenza, povertà ".
Ma nel suo quartier generale si nasconde un traditore. Se Faron Sears venisse assassinato, i suoi seguaci potrebbero scatenare una sanguinosa rivolta. Chiunque sia l'attentatore, va fermato. Con ogni mezzo.

L'opinone di Filotete

Un Thriller molto bello e avvincente. Ho acquistato questo libro in una bancarella pagandolo appena 3 euro!!! un vero affare!!
La storia è interessante,ben articolata, i personaggi sono descritti adeguatamente al romanzo, trama e azione non mancono. Si legge volentieri e con grande coinvolgimento fino all'ultima pagina e mai scontato. Penso che il personaggio Dalton Cole, agente speciale FBI sia rappresenti l' eroe che ognuno vorrebbe vedere nelle proprie forze dell'ordine.
Lo consiglio!!! Per curiosità ho visto che lo vendono ancora su ebay a pochi euro, da non perdere.



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mercoledì 6 ottobre 2010

DISASTRO ECOLOGICO IN UNGHERIA



Fonte La Stampa.it del 5/10/2010 (11:5)


Ungheria, fango tossico nelle strade. Quattro vittime e decine di ustionati



Si rompe una chiuse, il fiume rosso invade pianure e villaggi. Tra le vittime anche due bimbi. E adesso si teme per il Danubio.

BUDAPEST

Disastro ecologico in Ungheria occidentale. Una riserva di fanghi chimici, scarti di lavorazione di una fabbrica di alluminio, si sono riversati in un villaggio. Almeno quattro residenti sono morti. Di questi, due sono bambini.

L’inondazione di ingenti quantità di materiale tossico ha indotto il governo magiaro a proclamare lo stato di emergenza in tre province, Veszprem, Gyor-Sopron e Vas. Per ragioni ancora da accertare, e oggetto di una indagine della procura, dallo stabilimento della società Mal S.A. ad Ajka (circa 160 km a ovest di Budapest) si sono riversati ieri nell’ambiente circostante circa 1,1 milioni di metri cubi di fango rosso, altamente corrosivo e contenente metalli pesanti fra cui il piombo. Si teme un drammatico impatto ambientale, incluso un inquinamento del Danubio. I comuni vicini più colpiti sono Kolontar e Devecser, con circa 3.000 abitanti.

Secondo l’ultimo bilancio reso noto oggi dalle autorità, quattro persone sono morte, due adulti e due bambini, di cui una neonata di un anno rinvenuta nella sua casa inondata dal fango rosso. Circa 120 i feriti di cui 62 ricoverati in ospedali a Veszprem, Gyoer e Budapest: otto sono gravi. Sei i dispersi. Le immagini del fango rosso, che avvolge come lava purpurea i centri abitati, case e auto, sfilano sulle tv internazionali dando l’idea dell’entità del disastro. Il sottosegretario all’ ambiente Zoltan Illes, in visita a Kolontar, ha detto oggi di non avere mai visto una «catastrofe ecologica» del genere. Lo stato di emergenza copre un’area di 40 kmq. Circa 400 persone interessate, oltre 100 famiglie, sono state evacuate. Sul posto sono accorsi anche il ministro dell’interno Sandor Pinter e il capo della protezione civile Gyoergy Bakondi.

Il premier Viktor Orban ha assicurato che non ci sono state emissioni radioattive e che la sciagura non sembra originata da cause naturali ma da errore umano. Il fine settimana si deciderà se l’impianto potrà riprendere a funzionare. Pinter ha precisato che l’acqua potabile non è stata contaminata e che ci sono buone chance di impedire che il fango raggiunga il Danubio. La sciagura sarebbe avvenuta a seguito della rottura di un argine di un contenitore all’esterno dello stabilimento. La lavorazione dell’alluminio è proseguita peraltro anche dopo l’ incidente e solo dopo l’ordine, stamane, del sottosegretario, è stata sospesa la produzione. Illes ha annunciato che sull’ incidente è stata avviata un’indagine per accertare le responsabilità. Secondo un comunicato della Mal S.A, l’ incidente sarebbe stato causato da un problema tecnico: venti o piogge forti avrebbero battuto e fatto franare le pareti del serbatoio. Il sottosegretario ha avanzato però anche l’ipotesi che la società possa avere stivato più fango del lecito nel deposito provocandone la rottura e l’esondazione.

Lavori di riparazione sono in corso ma, secondo esperti, saranno necessari giorni. I danni sono stimati sui dieci miliardi di fiorini, 38 milioni di euro, la bonifica dell’area durerà mesi, se non anni. I depositi della società contengono circa 30 milioni di metri cubi di fango rosso, un derivato della lavorazione dell’allumina, da cui si ricava alluminio, di cui l’Ungheria è un grosso produttore. La protezione civile ha lavorato tutta la notte ed è tuttora impegnata a cercare di neutralizzare con il gesso il fango alcalino altamente urticante. Si tenta di impedire che esso arrivi nei fiumi vicini: il Marcali, il Raba e il Danubio. Il capo di Greenpeace Ungheria, Zsolt Szegfalvi, ha detto di temere «danni duraturi all’ambiente a causa del fango rosso tossico che si deposita e distrugge le aree agricole del luogo». Una volta filtrato nel terreno può danneggiare non solo la vegetazione ma anche l’acqua potabile, ha ammonito. Secco, ha aggiunto, il fango è cancerogeno e può essere trasportato dal vento nei comuni vicini per un raggio di fino a 15 km.

martedì 5 ottobre 2010

Bocciato il Book in progress



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Brindisi boicotta i libri fatti in casa

di VALERIA CORDELLA ARCANGELI del 5/10/10 Gazzetta del Mezzogiorno


BRINDISI - Non ci credono. Non lo vogliono. Il «Book in progress», il libro «fatto in casa» per abbattere i costi, un’idea da alcuni ritenuta rivoluzionaria, proprio non piace ai dirigenti delle scuole del Brindisino. La criticano, alcuni infieriscono. Ritengono che l’iniziativa che ha ricevuto l’encomio del presidente della Repubblica, Napolitano, sia riduttiva sotto il profilo didattico e penalizzi l’apprendimento.

Per il preside del liceo scientifico Monticelli, Salvatore Amorella, il Book in progress potrebbe persino essere illegale: concorrenza sleale nei confronti delle case editrici. Solo un istituto, l’Itc Fermi di Francavilla Fontana, ha deciso di partecipare all’avventura del libro «fatto in casa», che ha costi irrisori e che punta a migliorare l’offerta formativa e la capacità di apprendimento degli studenti. Il libro telematico è nelle loro corde senz’altro più del testo tradizionale.

L’iniziativa, partorita dalla mente di Salvatore Giuliano, dirigente dell’istituto tecnico industriale Majorana di Brindisi, malgrado le feroci critiche, in pochi mesi, diventata un fenomeno, si rafforza e spopola. Soprattutto al Nord. Una valanga di consensi che ha compensato l’amarezza di non essere apprezzati in casa propria. Le scuole che hanno aderito all’iniziativa lo scorso anno erano una decina, ora sfiorano le quaranta. Una marcia incontrastata. Lo stimolo è stato la necessità di venire incontro alle esigenze delle famiglie che, in un periodo di crisi economica non riuscivano più a fare fronte agli esorbitanti costi dei libri di testo.

Ed ecco l’idea: i libri li fanno i docenti e si stampano a scuola. Si è cercato di coinvolgere quante più scuole possibili da Nord a Sud. Era il settembre del 2009 quando è partita la sperimentazione con la consegna dei primi fascicoli agli studenti iscritti alla prima classe del biennio. Un successone. I più soddisfatti, naturalmente, erano i genitori, ai quali non è parso vero di poter contenere in appena 35 euro l’acquisto della dotazione di libri di testo invece della solita stangata di 250 euro. Ma come era naturale, l’obiettivo del giovane preside e del suo affiatato staff era ben più ambizioso: passare dal book in progress al «net in progress»: ossia dal libro cartaceo a quello telematico. E all’inizio dell’anno scolastico ha consegnato ai ragazzi 250 computer (i netbook).

Cosa si fa per campare.. " storia di una vita da precario"



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Laureato lucano lavora in Svizzera come cavia umana

di MASSIMO BRANCATI Gazzetta del Mezzogiorno del 5/10/10

POTENZA- Una vita da precario. Tre mesi qui, due mesi là, un contratto a progetto per pochi spiccioli. La laurea in Lettere e filosofia non gli crea le opportunità che sperava. E così il potentino R. S., 34 anni, per evitare di sprofondare nella depressione del disoccupato («che - dice - non ha santi in paradiso») ha deciso di «affittare il suo corpo». Niente a che vedere con il sesso. Si mette a disposizione delle case farmaceutiche per testare nuove molecole e nuovi farmaci. È quel che si dice una «cavia umana».

Dal 2006 R. S. trascorre quindici, venti giorni all’anno in una clinica della Svizzera a ingurgitare pillole, sciroppi o a provare unguenti. Tra un test e l’altro trova pure il tempo di godersi massaggi, beauty farm, piatti prelibati e una piscina hollywoodiana all’interno della clinica stessa. «Mi trattano con i guanti bianchi. E poi mi pagano bene», dice il potentino. Le cifre? Si va da 250 euro a 600 euro al giorno. Dipende dall’importanza della sperimentazione. E, forse, anche dalla sua pericolosità. R. S., però, non teme contraccolpi per la sua salute. È tranquillo e benedice il giorno in cui ha colto questa occasione: «Ho parenti in Svizzera e quando sono andati a trovarli ho letto un annuncio della facoltà di Medicina che cercava persone disposte a entrare nello staff di un’importante casa farmaceutica. Mi sono presentato, consapevole di trovarmi di fronte a una scelta difficile».

Al primo incontro lo hanno letteralmente rivoltato come un calzino con un’accurata visita medica: «In questo modo - racconta - hanno escluso problemi di salute e mi hanno arruolato». La prima sperimentazione ha riguardato un principio attivo utilizzato per la cura della gastrite: «Non ho avuto particolari reazioni - dice R. S. - e così sono andato avanti anno dopo anno. Paura? No, perché sono in mano a scienziati, medici, seri professionisti. Le persone da sottoporre alle terapie vengono scelte in base al grado di tollerabilità al farmaco. E sono attentamente monitorate. È chiaro che, tanto per fare un esempio, a un volontario non verrano mai dati antitumorali con elevati effetti tossici collaterali».

Ma come si diventa una «cavia umana»? «Bisogna - sottolinea R. S. - semplicemente essere un soggetto in buona salute e non avere problemi psicologici. L'aspirante volontario, inoltre, deve essere disposto a firmare un contratto in cui si specificano diritti, doveri e rischi. È una prassi. C’è, però, anche un’altra strada. Oltre alle persone sane che, in cambio di soldi, assumono le nuove molecole sviluppate in laboratorio affinché ne sia valutata l’efficacia, ci sono persone già malate che si offrono gratuitamente per alimentare una speranza. E questo, in genere, avviene quando ci si trova di fronte a malattie gravi e ritenute incur abili».

R. S. tornerà in Svizzera a novembre. Un’altra «vacanza» sulle Alpi a colpi di pillole e beveroni dal contenuto «top secret»: «Mi hanno già chiamato per un nuovo test. Se fosse per me - sottolinea - ne farei due all’anno, così metterei da parte un bel gruzzoletto. Ma non è possibile. Occorrono almeno sei, otto mesi di disintossicazione per presentarsi di nuovo in clinica».

Cosa non si fa per i soldi: «Che male c’è - conclude R. S. -. Dopo tutto non sto mica vendendo un rene o un occhio. E corro meno rischi di chi assume un’aspirina e non sa di esserne allergico».